CONCORSO Milano 2001- III Millenio

M I L A N O     2 0 0 1        I I I      M I L L E N N I U M

U N ’ I D E A     L U M I N O S A     P E R     I L     X X I     S E C O L O

 “ ………Un edificio, un parco o una città non soltanto sono spazialmente o temporalmente più estesi di un’esecuzione musicale o di un quadro, ma anche più grandi di noi. Non possiamo comprenderli da un unico punto di vista; per affermarne la totalità dobbiamo muoverci intorno ad essi e all’interno di essi………(Nelson Goodman)”

La struttura architettonica proposta vuole essere un segno tangibile, forte, determinato, vivibile e soprattutto visitabile, fruibile nel suo divenire.

Elemento integrato con la piazza, la stazione, con la verticalità dell’intorno, con la metropolitana, elemento d’unione tra il dentro ed il fuori, il sotto ed il sopra.

Il progetto nasce così dall’idea di estendere, proiettando all’esterno oltre la stazione, l’immagine della rotaia rivestendola di dettagli che ricordano la vecchia ferrovia e nel contempo ammantandola di nuove esteriorità che evocano immagini futuribili.

La rotaia, la via di comunicazione che ha consentito l’incontro tra etnie e culture diverse, costituisce di fatto il primo strumento della comunicazione a cui oggi fanno seguito nuovi ed eccezionali strumenti di interscambio culturale.

L’oggetto vuole proprio rappresentare un punto d’incontro tra la tradizione e l’innovazione, lo stesso proiettarsi verso l’esterno fino ad incontrarsi con l’asse zenitale uscente dal foro d’areazione della metropolitana costituisce un abbraccio simbolico tra vie di trasporto comunque simili.

Lo stesso “stagliarsi” dell’oggetto verso l’alto, riprende la verticalità delle linee che sono proprie degli edifici limitrofi conferendo all’oggetto la rappresentatività di un “Totem”.

“Totem”, oggetto carico di contenuti simbolici, di forte espressività, elemento che emerge e caratterizza il contesto metropolitano in cui si viene a collocare, fino ad essere il riferimento del cittadino e del viaggiatore; struttura che è animata da luce, colore e ritmo.

Il colore anima il segno e domina incontrastato nella notte traducendosi in fasci di luce ritmati che scaturiscono dallo stesso e sembrano rincorrersi dando vita a movimento, ordine ed evoluzione.

La luce nasce dallo stesso come forza vitale che anima l’oggetto e che ne caratterizza l’esistere.

Proprio per questo è luce policroma: bianca dalla base fino a metà, leggera come inconsistente che si muove sulla base di un ritmo fluttuante, quasi stanco ma comunque “forte”, rappresentativo della vitalità e della concretezza che caratterizzano la tradizione, blu a partire dalla metà fino all’alto, luce viva, significativa  e  vibrante  che  si  muove  su  di  un  ritmo  incalzante e dinamico, rappresentativo della tecnologia informatica sempre più dominante.

E’ un incontro tra passato e presente anche il gioco e l’alternarsi della luminanza, un incontro che anticipa il futuro traducendosi nel fascio che rischiara l’apice dell’oggetto, bagliore bianco proiettato su parabole in cristallo polarizzato che riflettono e filtrano luce verde, messaggio del rispetto che l’uomo deve avere per il territorio antropizzato.

La luce che si proietta dall’interno del nodo verso lo zenit, diventa anche spina dorsale dell’elemento, sottolineando la verticalità della struttura reticolare; in senso discendente il chiarore viene emesso dalle fibre ottiche che coronano le lamelle del perno che si addentra nella metropolitana per terminare nel cono luminoso in plexiglas che rischiara le profondità, nuovamente punto di riferimento del viaggiatore metropolitano.

All’esterno luce puntiforme è emanata, solo intorno ai basamenti, da proiettori incassati nella pavimentazione e gioca in modo molto discreto con gli appoggi della struttura mettendola in evidenza e sottolineando la ritmatura delle pietre.

Nelle ore diurne la luce non è più protagonista del segno, lo diventano le forme proprie dell’oggetto, il rincorrersi delle linee sinuose che contrastano con la più rigida geometria degli altri elementi.

I materiali utilizzati in progetto sono nella quasi totalità naturali e totalmente riciclabili, trasmettono il nerbo in quanto tali, restituendo la forza della pietra levigata e bocciardata, il calore del legno, il vigore dell’acciaio, la trasparenza e la profondità del cristallo e del policarbonato.

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                                                                         V a l e r i o   a r c  h .   N E G R I

valerio Concorso

Milano 31

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